giovedì 19 maggio 2011

Stralci di verità (s)oggettive vissute

- italiano -


Questo post è tratto da una discussione sul profilo Facebook di Luca che mi ha poi suggerito l'enigmatico titolo di questo blogpost
Luca
Comincio ad odiare il termine "low cost", dato che ormai lo appiccicano OVUNQUE.
A Gaetano e Antonio piace questo elemento.
Antonio
Low cost, low quality.
Luca
Che poi tanto LOW, come cost, le compagnie aeree non lo sono più.
Antonio
Esatto.
Gaetano
@Antonio: Ho apprezzato il tuo post di qualche giorno fa in proposito, anche se, ovviamente, non tutto condivido, ma per quello che riguarda la qualità dei dischi in genere concordo pienamente.
Antonio
Immagino tu non abbia condiviso il discorso sul POD ;^) Io stesso uso un pre digitale.
Luca
Il POD ti salva la vita :-P Certo, a chi non piacerebbe avere un Hiwatt od un Mesa Boogie a casa?
Ergo: m'attacco al POD :D
Gaetano
@Antonio: Beh, si ma non tanto perché mi sono sentito punto sul vivo :-) POD, GuitarPort e iRig... diciamo che posso senz'altro essere d'accordo con Speaker Muto quando mi dice che se si pretende di avere il suono di un Vox AC30 sul computer solo perché si ha il modello di sintesi di ultima generazione si è solo degli illusi. Il punto è, a mio parere, che non importa cosa usi per fare il tuo suono perché, comunque, alla fine il tuo suono sei tu, lo fai tu, col tuo tocco e il tuo stile. Non è il solito stereotipo o frase fatta alla Guitar Club, Antò riflettici è così, personalmente l'ho sperimentato in questi ultimi anni in cui ho imbracciato diverse chitarre e alla fine, timbrica, sustain, corpo, pickup, resa, FX, plug-ins, modelli e amplificazione a parte quello che, grazie a Dio, sento sono sempre e comunque io. Few!
Sono anche d'accordo con te riguardo al fatto che si sta perdendo il concetto di qualità per quello che riguarda l'ascolto dei dischi, anche se, la tecnologia e il web sta permettendo di spazzare via i cardini su cui si fondava la discografia tradizionale. Davvero, come dice Andy Warhol, adesso ciascuno può avere i suoi 15 minuti di gloria nella vita. Tutto sta, dalla parte dell'ascoltatore, a non dimenticare come si riconosce qualità artistica e manifattura (capisco, sarà sempre più difficile)... e poi sono convinto che in un modo o nell'altro sempre ci saranno i grandi artisti e i "geni" che ci faranno capire dove sta la qualità, quali sono le barriere creative da abbattere e come si costruiscono i nuovi sogni.
Luca
Mega quote totale su quello che ha scritto Tano!
Antonio
“Il punto è, a mio parere, che non importa cosa usi per fare il tuo suono perché comunque alla fine il tuo suono sei tu, lo fai tu, col tuo tocco e il tuo stile.”
Tano, questa è una vecchia storia che condivido solo in parte.
E anche tu, benché non te ne renda conto. Altrimenti non avresti preso una PRS e un Fender valvolare ;^) E soprattutto ti basterebbe una chitarra sola, non *quattro* diverse. E ti capisco, perché personalmente percepisco la differenza tra una chitarra con floyd rose e una con neck-through body.
Pensa al sistemone che usa Dave Gilmour: come mai?
Mi è assolutamente chiaro che "me stesso" si percepisce attraverso qualsiasi strumento. Antonio Soncina si sente con una Squier o una PRS. Diverso è invece il fatto di ottenere il meglio possibile dell'idea di partenza che ho in testa. Ad esempio per suonare in tapping a 8 dita c'è poco da fare: devi avere un suono con molto guadagno da parte del pre (ottenuto magari boostando il segnale in input a quest'ultimo, per non distorcere troppo). Al manico preferisco un single coil perché è più dolce, ma in distorsione non va certo bene un caldo modello vintage, ma ahimè un freddo Duncan, stridulo nei puliti ma definito in high gain.
Passare dallo Zoom 505 II alla Stomp + booster mi ha fatto scoprire frequenze che prima erano ingolfate, sommerse, confuse.
Suonare con un distorto in diretta penalizza sempre il timbro rispetto a un valvolare a manetta ripreso da un paio di microfoni. Intanto i filtri ideali non esistono, per cui tagliare le frequenze al di sopra dei 4KHZ vuol dire attenuarne solo una parte o escludere anche alcune sotto.
Suonare blues col POD o il DG Stomp? OK, ma i pre digitali non riescono ad avere la dinamica del valvolare. Ho suonato una sola volta col tuo Fender e mi è bastata per capire cos'è un suono che asseconda il tuo tocco, lo segue morbidamente e si adatta ad esso, mentre il digitale è più piatto.
Possiamo fare musica con piatti, bicchieri e rubinetti della doccia come John Cage e produrre comunque la nostra musica. Ma non è questo di cui ho scritto.
Poi fate come caxio vi pare (con affetto e stima sincera :^) (quote “censurato” della chiusura del blog Radio Free Mouth di Antonio n.d.b.)
Luca
LOL alla chiosa finale
Gaetano
:-) Porcavacca che discussione interessante e io ho così poco tempo!
In (non poca) sintesi: io ho preso PRS - Fender perché mi piacque l'accoppiata semplicemente, tu lo sai in queste cose come sono istintivo, non sto tanto a badare ai consolidati e veritieri teoremi della "scienza timbrica", non mi è mai interessato più di tanto.
Conosciamo tutti, più o meno le differenze tra i diversi tipi di chitarra o di ampli, a dire il vero se non fosse per la crisi di mezza età che mi induce a spararmi le ultime cartucce e provare ciò che non ho ancora provato :-) forse sarei ancora solo con la Squier. È appunto questo sentire se stesso nelle diverse situazioni che mi dice che non importa tanto se usi l'hardware più blasonato o la scatoletta digitale più insulsa, sono convinto (chissà forse a torto o forse è un concetto troppo idealista) che la firma sulla qualità del tuo suono la metti tu, e non solo come dita ma come testa.
Prova ne è il fatto che a me i chitarristi troppo tecnici e veloci mi scivolano addosso come l'acqua ma quando per esempio sento un tuo solo mi fai sballare! :-) e non mi pare che tu usi l'hardware di gilmour, eheheh.
E a proposito di questo, ritengo che se piano piano, non solo i prodotti di largo consumo per i "comuni" chitarristi ma anche quelli di "classe A" si stanno informatizzando, rimpicciolendo, upgradeabilizzando etc etc è perché sta succedendo qualcosa, qualcosa nel modo di fare musica sta lentamente cambiando. È un po' come quando prima ci si accontentava di fare il blues con una dobro, poi ci volle una 335 e un Ampeg, poi una Les Paul e un Fender Reverb, poi una Hamer e un muro di Marshall, e adesso? Chissà, basta una anonima Variax e un iPhone... certo detta così sembra inquietante e triste come il 2012 maaaa... beh, i cambiamenti sono sempre traumatici :)
Ripenso a ciò che ho sentito da Matthias Grob (padre dell'echoplex) al Y2KX, e in un certo senso ricalca anche un tuo pensiero, "ciò che è importante alla fine è l'idea, la forma creativa, e questa deve avere la possibilità di esprimersi nel modo più immediato possibile. Esplorare a fondo le possibilità sonore della propria idea creativa deve diventare facile come imbracciare una chitarra acustica e basta".
Tu fai come caxio ti pare :)
Peace love and respect bro'
Antonio
“La firma sulla qualità del tuo suono la metti tu, e non solo come dita ma come testa”
Certamente. Per questo ascolto "Abissi d'acciaio" e dico che è geniale anche se realizzato con suoni "poveri" ;^) Però considera che è un musicante che ascolta il lavoro di un altro tale. Un ascoltatore più profano ti darebbe un giudizio differente.
Io temo che spesso noi "ricercatori" ci concentriamo sull'idea e tralasciamo la realizzazione, l'aspetto "estetico". Chiamala superficialità se vuoi, allora mi riterrò un tipo superficiale :^) Ma considera che un cantante (se non una semplice persona che parla) già trasmette un messaggio con il semplice *timbro* della voce.
E cmq il discorso fatto qui era in gran parte diretto al marketing, al lavaggio del cervello che ci fa la pubblicità. "Dieci amplificatori in questa scatoletta", "Venti chitarre in questo pezzo di legno". Perché non si riesce a decidere con le proprie orecchie. La qualità è un concetto - un ideale - definito nella nostra testa e gli slogan purtroppo concorrono a plasmare quest'idea per un solo scopo, il loro: VENDERE. Anche per questo non compro più riviste del settore.
S'è fatto pure tardi, scappo :^D
Gaetano
Beh, ci sono stati musicanti e ascoltatori che hanno dato a loro modo giudizi differenti dal tuo lusinghiero responso. :-) Riguardo all'estetica penso che meriterebbe un capitolo a parte! In generale l'idea buona dovrebbe contenere in se il positivo aspetto estetico.
Sì, riguardo all'aspetto commerciale ti do pienamente ragione. Fin tanto che ciascuno avrà il controllo dei propri neuroni per valutare ci sarà speranza... Scappa!
Mah... quasi quasi questo post lo metto sul blog, va.